A Oxford in mostra 200 reperti recuperati nei fondali siciliani
Si inaugura nel prestigioso
Ashmolean Museum di Oxford la mostra sui tesori dei mari siciliani
promossa dalla Soprintendenza del Mare. L’evento, intitolato “Storms,
War and Shipwrecks: Treasures from the Sicilian Seas (Tempeste, Guerre e
Naufragi: Tesori dei mari siciliani)”, resterà aperta al pubblico dal
21 giugno al 25 settembre 2016. Quindi, la prestigiosa esposizione
arriverà a Palermo e successivamente verrà presentata a Copenhagen e
Bonn.
La mostra nasce due anni fa da un’idea di Sebastiano Tusa, soprintendente del Mare della Regione Siciliana, che insieme a Luciano Azzarello, ambasciatore italiano ad Amsterdam, e Wim Hupperetz, direttore dell’Allard Pierson Museum di Amsterdam, concepirono il progetto “Sicily and the Sea”, una mostra di archeologia subacquea basata su reperti provenienti dai fondali e relitti ritrovati in Sicilia. La Soprintendenza del Mare ha coordinato la selezione e il prestito dei materiali di tutti i musei siciliani.
La mostra racconta la straordinaria storia della Sicilia attraverso più di 200 reperti, tra i più eccezionali e insoliti, recuperati dai fondali marini, grazie sia a ritrovamenti fortuiti che a scavi programmati: dai rostri navali un tempo montati sulle prue delle navi, alle parti marmoree di una chiesa bizantina montabile.
“Dopo il successo presso l’Allard pierason Museum di Amsterdam - spiega Tusa – riproponiamo la mostra in Inghilterra con alcune aggiunte riguardanti i periodi greco-romano. Si tratta di oltre 100 oggetti provenienti dai mari della Sicilia, in gran parte oggetto delle ricerche della Soprintendenza del Mare, che danno l’idea del grande ruolo che l’isola ebbe nel corso dei secoli dalla preistoria fino al periodo bizantino. Al contempo rappresenta per noi una grande soddisfazione poiché finalmente il nome della Sicilia viene associato alla rilevanza storica del suo ruolo mediterraneo in un periodo critico per la sua sopravvivenza. Siamo anche orgogliosi poiché siamo di fronte ad una mostra ideata e organizzata da noi anche se realizzata con le risorse dei musei ospitanti. Erano anni che la Sicilia aveva soltanto la funzione di “ente prestatore di opere d’arte” per mostre ideate da altri. Con la Soprintendenza del Mare la situazione si è ribaltata”.
La mostra nasce due anni fa da un’idea di Sebastiano Tusa, soprintendente del Mare della Regione Siciliana, che insieme a Luciano Azzarello, ambasciatore italiano ad Amsterdam, e Wim Hupperetz, direttore dell’Allard Pierson Museum di Amsterdam, concepirono il progetto “Sicily and the Sea”, una mostra di archeologia subacquea basata su reperti provenienti dai fondali e relitti ritrovati in Sicilia. La Soprintendenza del Mare ha coordinato la selezione e il prestito dei materiali di tutti i musei siciliani.
La mostra racconta la straordinaria storia della Sicilia attraverso più di 200 reperti, tra i più eccezionali e insoliti, recuperati dai fondali marini, grazie sia a ritrovamenti fortuiti che a scavi programmati: dai rostri navali un tempo montati sulle prue delle navi, alle parti marmoree di una chiesa bizantina montabile.
“Dopo il successo presso l’Allard pierason Museum di Amsterdam - spiega Tusa – riproponiamo la mostra in Inghilterra con alcune aggiunte riguardanti i periodi greco-romano. Si tratta di oltre 100 oggetti provenienti dai mari della Sicilia, in gran parte oggetto delle ricerche della Soprintendenza del Mare, che danno l’idea del grande ruolo che l’isola ebbe nel corso dei secoli dalla preistoria fino al periodo bizantino. Al contempo rappresenta per noi una grande soddisfazione poiché finalmente il nome della Sicilia viene associato alla rilevanza storica del suo ruolo mediterraneo in un periodo critico per la sua sopravvivenza. Siamo anche orgogliosi poiché siamo di fronte ad una mostra ideata e organizzata da noi anche se realizzata con le risorse dei musei ospitanti. Erano anni che la Sicilia aveva soltanto la funzione di “ente prestatore di opere d’arte” per mostre ideate da altri. Con la Soprintendenza del Mare la situazione si è ribaltata”.
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