"L’ha chiamato AranCina. E’ il blog di uno studente palermitano che da alcuni mesi vive a Shanghai in seguito ad un programma di scambio condotto dall’University of Westminster alla quale Alessio Norrito, 20 anni, è iscritto.
“Qui è più difficile perché a differenza dell’inglese, sto imparando giorno dopo giorno a parlare in cinese”, racconta.
E ironizza: “Ma sopratutto più complicato perché qui ci sono le bacchette, niente forchetta e coltello. Quindi non resta altro da fare che rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Il ritorno è previsto a luglio, dopo essere arrivato a Shanghai il 25 agosto”.
Norrito narra del primo impatto con i trasporti: “In metro mi sono capitate diverse esperienze per esempio. Arrivo con il mio solito outfit da metropolitana, ovvero cuffie alle orecchie e occhiali da vista, perché riducono il rischio di sbagliare stazione, specialmente in Cina (e dico ridurre, non azzerare).
Appena giunto alla stazione sono l’unico che non rifiuta l’invito del poliziotto a fare i controlli di sicurezza, perché ad ogni fermata esiste un metal detector dove passare la borsa, ma gli abitanti di Shanghai sembrano non essersene ancora accorti. Passo la carta della metro sul sensore e pago 3 yuan per entrare con la tratta minima. Tre yuan sono credo 40 centesimi di euro”.
“Dopo due mesi, certezze e dubbi continuano ad aumentare ed alternarsi, dando sempre i giusti stimoli per alimentare curiosità e voglia di imparare. -. chiosa – Non ho mai mangiato un cane e non ho ancora visto nessuno farlo e mai lo vedrò, semplicemente perché non è una pratica diffusa a Shanghai e in Cina in generale, tranne in qualche piccola località rurale”.
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